sábado, 25 de septiembre de 2010

Jorge Chavez Dartnell: cento anni

Corriere della Sera – Scienze - 23 settembre 2010

L'aviatore si schiantò poco prima

dell'atterraggio. Oggi l'Italia gli rende omaggio

Sulle orme di Geo Chavez, 100 anni dopo

Ripetuta l'impresa del «trasvolatore delle Alpi», il primo a varcare la catena montuosa con un aereo di legno e tela

MILANO - L’opera di Geo Chavez si è compiuta, lo stesso giorno, il 23 settembre, cento anni dopo. Il trasvolatore delle Alpi nato in Francia da famiglia peruviana tentava un secolo fa l’impresa ritenuta quasi impossibile: l’attraversamento della catena montuosa sfidando la violenza dei venti tra le cime con il suo aereo Bleriot XI di legno e tela. Ci riusciva, decollando da Briga in Svizzera alle 13.29 e concludendo disastrosamente il grande balzo 45 minuti dopo con uno schianto su un prato di Domodossola. Un’ala si staccò proprio negli ultimi secondi del volo e l’impatto durissimo con il suolo gli provocò ferite che lo portarono a morire cinque giorni dopo in ospedale. Aveva 23 anni.

Domodossola era una tappa per giungere poi a Milano dove lo attendevano le autorità organizzatrici, assieme al Corriere della Sera, del Circuito aereo ideato nel capoluogo lombardo per stimolare lo sviluppo della nascente industria dell’aviazione. Il Corriere aveva spedito a seguire l’avvenimento il suo inviato di punta, Luigi Barzini, già famoso per il raid Parigi-Pechino. E Barzini divenne amico di Chavez accompagnandolo con la sua macchina in alcune ricognizioni ambientali prima del giorno fatidico. Poi raccoglierà anche le ultime parole sul letto di morte e i suoi articoli vennero raccolti nel libro «Il volo che valicò le Alpi» ora ripubblicato da “Lampi di stampa”.

Ieri abbiamo ripercorso la traversata di Chavez soddisfacendo idealmente le sue intenzioni rimaste incompiute e consegnando al presidente della Provincia, Guido Podestà, il casco di volo dell’impresa, in questi giorni celebrata in varie manifestazioni milanesi con la collaborazione del comando dell’Aeronautica Militare di Milano e del Museo nazionale della scienza e della tecnologia.

L’iniziativa si è materializzata grazie all’entusiasmo di Claudio Tovaglieri, presidente del comitato scientifico di Volandia, il museo del volo sorto a ridosso di Malpensa, e «navigatore» accanto al pilota Gianni Dameno, pilota civile con 14 mila ore di volo su Md-80 e Airbus A-320. Compagni di trasvolata erano, inoltre, Gregory Alegy e Gianluigi Candiani. Decollati da Malpensa abbiamo raggiunto il piccolo aeroporto di Raron, ad una decina di chilometri da Briga (da dove era partito il pilota franco-peruviano ma ora sprovvista di piste), con un velivolo ad elica Pilatus PC12. Da Raron ci siamo proiettati verso le montagne e sul passo del Sempione le correnti aeree tanto temute da Chavez si manifestavano subito facendo sobbalzare vigorosamente l’aereo. Impossibile non immaginare la fatica che il trasvolatore, completamente allo scoperto, doveva aver compiuto quel giorno di cento anni fa per mantenere il suo esile monoplano nell’aria tra ardui sobbalzi e senza nemmeno una cintura di sicurezza.

Eravamo alla stesse quote con il nostro velivolo argenteo, e intorno, le vette aride illuminate dal sole,nella loro bellezza rimbalzavano l’antico spettro dei gravi rischi affrontati nel remoto 23 settembre con incredibile coraggio. Siamo atterrati 20 minuti dopo a Domodossola con un po’ di nostalgia, accolti dai sindaci dei paesi locali Trasquera, Varzo e Domodossola, sull’aviosuperficie di Masera a 500 metri dal prato dove Chavez concluse tragicamente la sua avventura. Ora un monumento appena inaugurato lo ricorda e il vento lo fa vibrare dando quasi voce alla memoria.

Questo punto non rimaneva che l’ultimo balzo verso Milano dove sulla piazzola militare di Linate ci aspettavano il presidente della Provincia Guido Podestà e il generale Nello Barale alla guida del comando milanese dell’Aeronautica Militare. La città non ha dimenticato il sacrificio del giovanissimo pilota, cento anni fa. Lo dimostrano le manifestazioni organizzate. La prossima è sabato sera al Museo nazionale della scienza e della tecnologia «Leonardo da Vinci» dove è conservato un pezzettino dell’ala dell’aereo di Chavez visibile nel percorso dedicato a Chavez nel Padiglione aeronavale. Poi il 4 ottobre al centro congressi della Provincia si terrà il convegno «1910/2010. Da Chavez a D’arrigo. L’aviazione in Italia» mentre nello stesso giorno si aprirà la mostra «Un secolo con le ali» a cura del Museo storico dell’Aeronautica Militare e nella quale si potrà ammirare la replica del monoplano Bleriot XI usato da Chavez. Seguirà inoltre il 16 ottobre al museo Volandia di Malpensa il convegno/mostra «Per le vie del cielo. Geo Chavez e la travolata delle Alpi». Ma anche Domodossola si è mobilitata dedicando una giornata di celebrazioni fissata per il 26 settembre.

Giovanni Caprara

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