Domodossola, 27 settembre 1910*: 99 anni
Jorge Antonio Chávez Dartnell, anche conosciuto come Geo Chávez (Parigi, 3 giugno 1883 – Domodossola, 27 settembre 1910), è stato un aviatore peruviano. È stato il primo a trasvolare le Alpi.
Nacque a Parigi da genitori peruviani: il facoltoso banchiere Manuel Chávez Moreyra e María Rosa Dartnell y Guisse, i quali erano emigrati in Francia nel 1884 a causa della guerra con il Cile. Studiò ingegneria alla "École Violet" di Parigi, diplomandosi nel 1908.
Chávez compì la sua impresa più famosa il 23 settembre 1910 a bordo di un monoplano Blériot XI, spinto da un motore rotativo a pistoni di soli 50 CV: decollò da Briga, sorvolò il valico del Sempione e le gole di Gondo per scendere a Domodossola. L'impresa terminò tragicamente perché in fase di atterraggio, a un'altezza di soli una ventina di metri dal suolo, l'aereo precipitò di punta per l'improvviso cedimento della struttura alare. Gravemente ferito, Chávez morì quattro giorni più tardi all'ospedale San Biagio di Domodossola. Le sue ultime parole furono: «In alto. Sempre più in alto.» secondo la testimonianza del suo amico e connazionale, l'aviatore Juan Bielovucic Cavalié.
Il sorvolo delle Alpi, che allora appariva temerario, provocò stupore ed entusiasmo e la fine del coraggioso pilota suscitò un'ondata di commozione. Giovanni Pascoli gli dedicò un'ode come ad un nuovo eroe dell'aria.
Chávez ottenne il brevetto di pilota alla scuola di aviazione creata da Henri e Maurice Farman, effettuando il suo primo volo il 5 febbraio 1910. In seguito partecipò a diverse competizioni aviatorie in Francia e in altri paesi europei. Il 6 settembre 1910, due settimane prima della sua trasvolata alpina, aveva stabilito a Issy, vicino a Parigi, il primato mondiale in altezza volando fino alla quota di 2652 m s.l.m. Essendo il culmine del Passo del Sempione situato a 2005 m s.l.m., il sorvolo pareva alla portata dei limiti tecnici teorici del suo velivolo. Partendo da Briga, si trattava di superare una differenza d'altezza di 1325 metri. Un primo tentativo di sorvolo, avvenuto il 19 settembre 1910, fallì a causa delle cattive condizioni atmosferiche trovate in quota. Chávez raccontò che, dopo un'ascensione relativamente tranquilla fino a circa 2200 m s.l.m., aveva incontrato forti turbolenze che avevano scosso violentemente il suo aereo: solo a fatica era riuscito a tenere la sua macchina sotto controllo e rientrare, infreddolito e stremato, a Briga. Con quel primo tentativo egli comprese che un fattore importante per l'attraversamento delle Alpi era dato delle condizioni atmosferiche che si sarebbero incontrate tra le montagne. Il 23 settembre le condizioni atmosferiche sembravano adatte per l'impresa. Nonostante ciò, durante il volo egli trovò - secondo alcuni testimoni - delle forti correnti vorticose sopra ai ghiacciai del Fletschhorn e sopra le rocce del Pizzo d'Albione. Si suppone che la tragica fine del suo volo sia stata causata dai danni causati al Blériot XI dalle turbolenze incontrate nei due tentativi di sorvolo, uniti al carico alla struttura alare dato dalla rapida discesa verso Domodossola.
Nel settembre 1957 i resti mortali dell'aviatore furono rimpatriati dalla Francia, affinché fossero deposti in un mausoleo costruito appositamente per lui all'aeroporto militare di Las Palmas, nei pressi di Lima.
Il principale aeroporto di Lima, inaugurato nel 1960, porta il suo nome: (Aeropuerto Internacional Jorge Chávez di El Callao; a lui era intitolato il Boeing 747 I-DEMU utilizzato da Alitalia tra il 1971 ed il 1981.
Nacque a Parigi da genitori peruviani: il facoltoso banchiere Manuel Chávez Moreyra e María Rosa Dartnell y Guisse, i quali erano emigrati in Francia nel 1884 a causa della guerra con il Cile. Studiò ingegneria alla "École Violet" di Parigi, diplomandosi nel 1908.
Chávez compì la sua impresa più famosa il 23 settembre 1910 a bordo di un monoplano Blériot XI, spinto da un motore rotativo a pistoni di soli 50 CV: decollò da Briga, sorvolò il valico del Sempione e le gole di Gondo per scendere a Domodossola. L'impresa terminò tragicamente perché in fase di atterraggio, a un'altezza di soli una ventina di metri dal suolo, l'aereo precipitò di punta per l'improvviso cedimento della struttura alare. Gravemente ferito, Chávez morì quattro giorni più tardi all'ospedale San Biagio di Domodossola. Le sue ultime parole furono: «In alto. Sempre più in alto.» secondo la testimonianza del suo amico e connazionale, l'aviatore Juan Bielovucic Cavalié.
Il sorvolo delle Alpi, che allora appariva temerario, provocò stupore ed entusiasmo e la fine del coraggioso pilota suscitò un'ondata di commozione. Giovanni Pascoli gli dedicò un'ode come ad un nuovo eroe dell'aria.
Chávez ottenne il brevetto di pilota alla scuola di aviazione creata da Henri e Maurice Farman, effettuando il suo primo volo il 5 febbraio 1910. In seguito partecipò a diverse competizioni aviatorie in Francia e in altri paesi europei. Il 6 settembre 1910, due settimane prima della sua trasvolata alpina, aveva stabilito a Issy, vicino a Parigi, il primato mondiale in altezza volando fino alla quota di 2652 m s.l.m. Essendo il culmine del Passo del Sempione situato a 2005 m s.l.m., il sorvolo pareva alla portata dei limiti tecnici teorici del suo velivolo. Partendo da Briga, si trattava di superare una differenza d'altezza di 1325 metri. Un primo tentativo di sorvolo, avvenuto il 19 settembre 1910, fallì a causa delle cattive condizioni atmosferiche trovate in quota. Chávez raccontò che, dopo un'ascensione relativamente tranquilla fino a circa 2200 m s.l.m., aveva incontrato forti turbolenze che avevano scosso violentemente il suo aereo: solo a fatica era riuscito a tenere la sua macchina sotto controllo e rientrare, infreddolito e stremato, a Briga. Con quel primo tentativo egli comprese che un fattore importante per l'attraversamento delle Alpi era dato delle condizioni atmosferiche che si sarebbero incontrate tra le montagne. Il 23 settembre le condizioni atmosferiche sembravano adatte per l'impresa. Nonostante ciò, durante il volo egli trovò - secondo alcuni testimoni - delle forti correnti vorticose sopra ai ghiacciai del Fletschhorn e sopra le rocce del Pizzo d'Albione. Si suppone che la tragica fine del suo volo sia stata causata dai danni causati al Blériot XI dalle turbolenze incontrate nei due tentativi di sorvolo, uniti al carico alla struttura alare dato dalla rapida discesa verso Domodossola.
Nel settembre 1957 i resti mortali dell'aviatore furono rimpatriati dalla Francia, affinché fossero deposti in un mausoleo costruito appositamente per lui all'aeroporto militare di Las Palmas, nei pressi di Lima.
Il principale aeroporto di Lima, inaugurato nel 1960, porta il suo nome: (Aeropuerto Internacional Jorge Chávez di El Callao; a lui era intitolato il Boeing 747 I-DEMU utilizzato da Alitalia tra il 1971 ed il 1981.
* In «In alto. Sempre più in alto.»
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